02 dicembre 2011

LA TRADIZIONE DEI PRESEPI SALENTINI

Tante piccole Betlemme spuntano qua e là, sulla cartina del Salento, durante il periodo natalizio. E non sono più i classici lampioni ad illuminare paesi e città, ma stelle comete. Stiamo parlando dell’antica tradizione salentina dei presepi artistici e viventi. Antichissima, anzi: il primo presepe artistico del mondo sarebbe stato realizzato a Lecce da San Francesco nel 1222.

Se siete alla ricerca dell’autentico spirito natalizio e del vero significato di questa festività, sappiate che qui è di casa, e perchè, dunque, tra i doni da scartare non regalate a voi e ai vostri cari un bel last minute per il Natale in Puglia?

Pensate ad una matrioska, composta da tre bambole di legno inserite l’una nell’altra. Il pezzo più piccolo, quello nascosto all’interno, è il piccolo presepe che viene realizzato nelle case. Le famiglie si affannano, tra l’8 dicembre e la vigilia di Natale, per finire il loro “capolavoro”, spesso frutto della collaborazione tra genitori e figli. La realizzazione dei presepi, poi, diventa una vera e propria sfida con parenti e amici.

Il secondo pezzo della matrioska è il presepe, di medie dimensioni, che viene allestito nelle chiese (e non solo) dei vari centri salentini. Bisogna abbassare lo sguardo (e non certo perché si resta delusi) per ammirare il più famoso presepe artistico, quello allestito all’interno della cavea dell’Anfiteatro romano a Lecce, in Piazza Sant’Oronzo. Statue in cartapesta, alte un metro, affollano uno scenario tipico salentino, fatto di aranceti, muretti a secco e piante mediterranee.

Ultimo pezzo della matrioska, quello che racchiude al suo interno tutti gli altri, il presepe vivente. Popolato da personaggi in carne ed ossa, a volte “parlanti”, che riportano indietro nel tempo, ai mestieri di una volta e alle antiche tradizioni culinarie. Vedrete, infatti, delle anziane signore dedicarsi alla lavorazione della pasta fresca, o al ricamo, o ancora alla filatura della lana. Gli uomini, invece, interpretano “lu ferracavalli” (il maniscalco), “lu scarparu” (il calzolaio), “lu ombrellaru” (l’ombrellaio), “lu cazzafricciu” (chi spaccava le pietre), ed altre umili mansioni.

Se volete incontrare i vostri “antenati”, dunque, recatevi ad uno dei tanti presepi viventi allestiti nel Salento. Il presepe simbolo è quello di Tricase che, da oltre 30 anni, sorge sulla collina di Monte Orco. Il suggestivo scenario naturale fa la sua parte, ma il resto lo fanno le 35mila lampadine che lo illuminano e fanno luccicare gli occhi dei visitatori. Anche il gusto è appagato: pittule e vino novello a volontà.

A Castro, poi, potrete addirittura parlare con i vostri personaggi preferiti. Ma non incontrerete più “lu scarparu” o “lu ombrellaru”, né la tessitrice. È un “Natale in contea” qui, immerso in un’atmosfera medievale: dame, sbandieratori, cavalieri e cantastorie si aggirano per le viuzze del borgo antico e danno vita a delle vere e proprie drammatizzazioni della vita in quel tempo.

E se le rappresentazioni viventi vi appassionano, non potete fermarvi qui. Sono tantissimi i centri salentini che, a Natale, diventano delle Betlemme in miniatura: Gallipoli, Calimera, Alliste, Casarano, Specchia, Vignacastrisi, Cavallino, Campi Salentina. “Solo” per dirne alcuni.

Il Salento, a Natale, vi offre un viaggio nel tempo…e senza bisogno di percorrere troppi chilometri!

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